Un piatto della tradizione siciliana fatto di ingredienti poveri per ricordare e venerare Santa Lucia. Continua a leggere…
La sua festa liturgica ricorre il 13 dicembre, un giorno in cui la devozione si unisce ai racconti e alle tradizioni culinarie per il popolo siciliano che vuole ricordare Santa Lucia. Una martire uccisa a Siracusa di cui si parla tanto, e molto amata anche per ragioni legate al cibo. Una leggenda risalente al XVII secolo narra infatti di una Sicilia afflitta dalla carestia e di un popolo che pregava chiedendo disperatamente aiuto fino a quando, in maniera inaspettata, arrivò al porto (di Palermo o Siracusa) una nave carica di frumento. Era chiaramente una benedizione, un miracolo attribuito a Santa Lucia, e poiché non c’era tempo da perdere, il frumento non venne macinato e lavorato per ottenere pasta e pane ma fu consumato subito, per colmare la fame, semplicemente bollito e condito con sale e olio.
Nasce così la cuccìa, termine che deriva da cocciu (cosa piccola, chicco), questo piatto povero ma al contempo ricco di nutrienti, oggi preparato mettendo insieme tanti legumi, 13 tipi, per festeggiare la Santa. Conteso tra la città di Palermo e Siracusa ma indubbiamente consumato per devozione in tutta la Sicilia, almeno per un giorno ogni anno sostituisce, come vuole la tradizione, pasta e pane, diventando un piatto unico.
Nel tempo è nata anche una versione dolce che prevede l’utilizzo di frumento ammollato per tre giorni in acqua e poi unito ad ingredienti come la ricotta, il cioccolato e la frutta candita.
La versione salata può essere realizzata con frumento e ceci, oppure con tante altre varietà di legumi e ortaggi in aggiunta. Noi abbiamo deciso di abbondare ed ecco gli ingredienti (nella foto di copertina di Sara Buttò del gruppo di CiboDOC) :
frumento, fave, fagioli, ceci, cicerchia, grano saraceno, orzo, farro, lenticchie rosse e normali, piselli, mais , cipolla, sedano e pomodorini
Procedimento
Una fase fondamentale per la riuscita della cuccìa è l’ammollo. La maggior parte dei legumi, per cuocere bene, ha bisogno di reidratarsi: iniziate dunque almeno 3 giorni prima mettendo in acqua fredda il frumento, a cui cambierete l’acqua due volte al giorno, le fave, i ceci, i fagioli e la cicerchia.
Terminata la fase di ammollo si può procedere con la cottura. Fave, ceci, fagioli e cicherchia vorranno cuocere almeno tre ore con sedano, cipolla e pomodorini; il frumento andrà cotto a parte, così come gli altri legumi che necessitano di cotture con tempi diversi. Aggiungete il sale solo verso la fine della cottura. Completate unendo tutti i legumi e condite con olio d’oliva.
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