pesce povero
Pesce povero, o di rigetto, una ricchezza da sfruttare

“Pesce povero”, perchè si chiama così, qual è e perchè fa bene alla salute? Continua a leggere…

Oggi si riserva sempre più attenzione alla giusta alimentazione e alla necessità di stare bene, partendo dalla tavola. Diventa allora doveroso porre l’accento sulla grande ricchezza che è costituita dai mari e dalla loro grande varietà di pesce.
Il pesce occupa un tassello importante nella Dieta Mediterranea, riconosciuta Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. E una tipologia in particolare merita di essere riscoperta e valorizzata: quella del pesce povero.

Perché si chiama pesce povero?

Il pesce povero ha assunto nel tempo questo appellativo per via del suo valore economico. In passato come oggi, infatti, veniva venduto a basso costo. Un tempo era quasi regalato dai pescatori che al termine della loro attività di mercato volevano liberarsi delle piccole rimanenze che non erano riusciti a vendere. Oggi accade anche di peggio perché se il pesce viene pescato erroneamente, o comunque non vale la pena che venga piazzato sul mercato, si decide di rigettarlo in mare. Ecco che si parla di pesce di rigetto, una risorsa che le politiche europee e locali vogliono valorizzare.

Perché è un pesce ricco sotto tanti punti di vista

Il pesce di rigetto è tutt’altro che povero se si guarda alle sue proprietà nutrizionali. Ma sono tanti altri gli aspetti positivi che devono spingere i consumatori a prediligerlo.
Innanzitutto la sua ecosostenibilità. Pescare questa tipologia di pesce necessita di piccole imbarcazioni e pochi sistemi tecnologici, con conseguente riduzione di inquinamento, contaminazione, consumo di carburante. Un basso impatto ambientale è garantito anche dalla sua massiccia presenza quantitativa che viene preservata grazie ad un ciclo vitale e un ritmo di riproduzione favorevoli.

Per il consumatore si aggiunge il vantaggio della taglia piccola.
I pesci di rigetto hanno, nella maggior parte dei casi, dimensioni ridotte. Ciò significa che durante il loro ciclo vitale non accumulano quantità pericolose di inquinanti e contaminanti, come i metalli pesanti. Cosa che avviene, al contrario, per pesci più grandi e più conosciuti e ricercati sul mercato.

Il consumo di pesce povero si confà a tutti i regimi alimentari, anche a quelli dimagranti.
Rispetto alla carne contiene acidi grassi semi essenziali biologicamente attivi, molto importanti per la salute, vitamina D e iodio. Rispetto alle uova presenta meno colesterolo. Sono poche anche le calorie, se si sceglie un metodo di cottura opportuno. E’ ricco di vitamine idrosolubili del gruppo B; apprezzabile la presenza di fosforo e ferro.

Un pesce ricco insomma, la cui presenza è abbondante nel Mediterraneo.
Alcuni esempi?
Aguglia, Alalunga, Alici, Costardella, Fasolaro, lampuga, Lanzardo, Occhiata, Pagello, Palamita, Patella, Pesce Sciabola, Pesce Serra, Sarda, Spratto, Sugherello, Trombarello, Tonnetto, e tanti altri…

Utilizza il pesce “povero” per realizzare i piatti più famosi della tradizione siciliana e non solo. Ecco la ricetta della pasta con sarde e finocchietto.
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