La focaccia messinese, origini, caratteristiche e ingredienti

Sembra che la ricetta tradizionale risalga a prima del ‘900 ma si hanno notizie certe a partire dal dopoguerra. Continua a leggere…

Messina vanta una gastronomia ricca e variegata e certamente, soprattutto tra i giovani, spopola lo street food. Recandosi in qualsiasi panificio o rosticceria è possibile gustare pitoni, arancini, schiacciate e poi la focaccia alla messinese, così chiamata perché la ricetta unica e originale appartiene a questa città e niente riesce ad eguagliare il gusto autentico di questa prelibatezza.

Pare che la ricetta tradizionale risalga a prima del ‘900 ma si hanno notizie certe a partire dal dopoguerra quando i panificatori messinesi cominciarono a proporla così come la conosciamo oggi, aggiungendo alla pasta del pane ingredienti poveri del luogo: pomodoro fresco, scarola, tuma e acciughe. Sono tutti sapori semplici e delicati che ancora oggi vengono apprezzati, ad eccezione delle acciughe che rappresentano la nota forte, decisa e caratterizzante della focaccia, quella marcia in più che la distingue ma che tuttavia non tutti amano e per questo a volte viene esclusa.

La focaccia messinese ha una base fatta di pasta morbida, friabile e alta, e conquista per l’accostamento dei suoi sapori. Nella zona tirrenica di Messina, dove si coltivano i cosiddetti “pummadoru a scocca”, l’utilizzo di pomodorini in seccagno, che è possibile conservare e utilizzare durante l’inverno, regala una dolcezza unica alla focaccia che ben si sposa con il salato delle acciughe. La scarola invece diventa tutt’uno con la tuma, perdendo così il suo tipico gusto amarognolo e lasciando solo il buono delle sue proprietà.

Sistemata in grandi teglie e cotta nel forno a legna viene tagliata in tanti rettangoli e quindi venduta a pezzi; ecco che si può gustare anche durante una passeggiata in città al pari del pitone (o pidone) che contiene gli stessi ingredienti, o di una classica pizzetta.
Gli amanti di questa specialità gastronomica la realizzano facilmente anche a casa.

Ingredienti (per due teglie)

  • 1 kg di farina
  • 1 cubetto di lievito di birra fresco
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • acqua q.b.
  • 3 cucchiai di olio d’oliva
  • sale

Procedimento

Iniziate con un po’ di anticipo a preparare la base della focaccia impastando la farina con il lievito di birra sciolto in acqua tiepida e zucchero. Aggiustate di sale e aggiungete acqua quanto basta per ottenere un panetto morbido ma sodo. Unite anche l’olio per rendere la lavorazione più semplice. Impastate con energia, poi mettete a lievitare, in luogo caldo, per un’ora o più coprendo con un panno. A vostra scelta, per ottenere una pasta ancora più morbida, dopo averla adagiata e stirata nella teglia unta di olio, fate lievitare ancora.

Durante la lievitazione lavate la scarola, lasciatela scolare e poi tagliatela a pezzetti, conditela con pochissimo sale e un filo d’olio. Lavate i pomodorini, tagliateli in due e conditeli allo stesso modo.
Quando l’impasto sarà pronto e già steso iniziate a comporre la focaccia adagiando qua e là piccoli filetti di acciuga dissalata, o quella sott’olio, poi unite i pomodorini e sopra le fette di tuma, o altro formaggio. Per ultima va sistemata la scarola, dopo di che la focaccia vuole cuocere in forno a 240 gradi per circa mezz’ora.

Se notate che la scarola prende troppo colore e rischia di bruciarsi coprite, nella prima fase di cottura, con carta stagnola, oppure, per evitare, aggiungete la scarola direttamente verso la fine della cottura.

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